GLI AMBIENTALISTI CONTRO LA “RECINTO TAX” INVENTATA DALLA REGIONE

“La Regione Abruzzo si inventa l’ennesimo balzello per i cittadini, una sorta di ‘recinto tax’ da migliaia e migliaia di euro imponendo alle persone che vogliono vietare l’accesso ai cacciatori sui propri terreni di recintarli con muri o reti metalliche, con spese enormi, quando basterebbero, secondo la legge nazionale 157/1992, semplici tabelle da pochi euro esenti da tasse”. Lo denuncia la Stazione ornitologica abruzzese onlus. Nelle scorse settimane tanti cittadini hanno chiesto alla Regione Abruzzo di vietare la caccia sui propri terreni in base ad una specifica possibilità prevista dall’art.15 della legge nazionale 157/1992 che disciplina l’attività venatoria. Esiste, infatti, il caso speciale in cui, al momento dell’approvazione del Piano Faunistico Venatorio, avvenuta a fine settembre, la legge consente ai privati di richiedere alla Regione di imporre il divieto di caccia sui propri terreni. La Regione, sottolinea Soa, “invece di istruire le tantissime pratiche pervenute esaminando caso per caso quelle che vanno accolte e quelle che vanno rifiutate, motivando ovviamente il diniego, pretende di far costruire recinzioni come muri o reti metalliche tutto attorno alle proprietà per un’altezza di 1,2 metri, imponendo illegittimamente costi esorbitanti da migliaia se non decine di migliaia di euro, a seconda della superficie.” “Ho già avuto mandato per diffidare la regione e di proporre, qualora non facciano marcia indietro, di interessare le procure per valutare la sussistenza di eventuali reati nonché di contestare eventuali danni erariali, patrimoniali o esistenziali – afferma l’avvocato Michele Pezone – Faccio notare che tanti cittadini hanno esercitato un loro diritto alla luce di norme chiarissime e certo non si possono frapporre ostacoli. I cittadini diligentemente hanno chiesto di escludere i propri terreni dalla programmazione faunistica motivando la domanda in maniera approfondita. Ad esempio, tanti hanno paura. La richiesta si può respingere solo se contrasta con la programmazione venatoria. Se, invece, viene accolta, basterà, come dice la legge in maniera evidente anche ad un profano, mettere tabelle esenti da tasse.” “Non so cosa sia più deprimente, la mancanza di conoscenza di norme nazionali chiarissime oppure il vero e proprio sopruso che la Regione vuole imporre ai cittadini con un salasso economico – afferma Massimo Pellegrini, presidente della Stazione Ornitologica Abruzzese – Ovviamente reagiremo a tutti i livelli, ci siamo stancati di questi atteggiamenti ostruzionistici e infondati quando addirittura vengono ferite o peggio uccise persone mentre stanno semplicemente godendo della propria campagna”.