LA DIOCESI DI SULMONA-VALVA HA UN NUOVO DIACONO

«È un tempo d’incertezza e di forti cambiamenti tuttavia il Signore, per mezzo del dono della vocazione di fra Giovanni e della sua ordinazione diaconale, ci fa sentire la sua presenza e il suo amore smisurato». Con queste parole il Vescovo Fusco si è espresso alla fine della celebrazione eucaristica svoltasi questa mattina in cattedrale in occasione dell’ordinazione diaconale di fra Giovanni Canori, frate cappuccino della provincia dei frati minori cappuccini d’Abruzzo. L’evento è stato salutato dalla presenza del padre provinciale, di tanti sacerdoti e frati giunti da tutta la provincia e da alcuni fedeli della diocesi, soprattutto dalla parrocchia di San Francesco di Paola affidata alla cura pastorale della stessa fraternità.
Di seguito riportiamo l’omelia che il Vescovo Michele ha rivolto:
Il Vangelo ci presenta la figura di Zaccaria, sposo di Elisabetta. Questa coppia di sposi viene presentata dal vangelo con queste parole: “erano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Ma non avevano figli, perché Elisabetta era sterile” (Lc 1,6-7).
All’osservanza della legge non fa seguito la benedizione della vita, al contrario la condanna della sterilità di Elisabetta. Il Vangelo sottolinea questa condizione che non segue la logica della retribuzione presente nella mentalità ebraica. Sono fedeli al Signore, giusti davanti ai suoi occhi, ma non ricevono ciò che tanto desiderano, la loro fedeltà non è premiata, i conti non tornano. Una coppia che pur vivendo in modo irreprensibile la tradizione, non vede la corrispondenza del favore di Dio. Alla sterilità di Elisabetta si aggiunge il fatto che erano avanti negli anni, sono anziani.
Nell’AT troviamo spesso situazioni simili, infatti nella prima lettura abbiamo ascoltato la storia dei genitori di Sansone, anche loro hanno vissuto questo dramma della sterilità, così come nella vita di Abramo con Sara.
Nel cuore di questa coppia sembra essersi spento il desiderio, la speranza, di una discendenza. La preghiera di Zaccaria non sembra aver raggiunto il cuore di Dio. Si avverte un senso di impotenza di fronte a questa situazione così come l’Evangelista Luca lo racconta. Intanto restano fedeli al Signore. Realisticamente devono accettare che la loro dedizione e fedeltà non è premiata.
Una situazione questa come tante, come questo tempo sospeso, di attesa di soluzioni, dove continuiamo con fedeltà a servire il Signore, senza però avere la certezza di un suo intervento.
A volte viviamo, anche personalmente, momenti di sospensione, di attesa, di desideri non più aperti alla speranza. Ci sentiamo insignificanti, vuoti, senza nessuna spinta interiore. Nei fatti vediamo smentita la promessa di Dio. Continuare a fare il bene non porta automaticamente benedizione, può invece portare anche ad attraversare situazioni dolorose.
Zaccaria è un sacerdote, chiamato a benedire il popolo, ha il compito di invocare il Signore perché sia propizio e segno di benedizione per la vita del popolo. Intanto percepisce nella sua vita, nel suo corpo i segni del non senso. Forse, soprattutto noi consacrati possiamo comprendere cosa vive Zaccaria, fedeltà al Signore e tempo di sospensione, di attesa, benedizione, incoraggiamenti per il popolo e interiormente un senso di frustrazione per la sua vita toccata dalla sterilità.