Cultura e Natura

LEGAMBIENTE,”LA 394 E’ UNA BUONA LEGGE, MA È DA AGGIORNARE PER IL FUTURO DEI PARCHI NAZIONALI

Arrivare alla tutela del 30% delle Aree Protette entro il 2030 è possibile solo credendoci e cioè se ognuno farà convintamente la sua parte. E’ quanto ha detto oggi il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciofani, intervenendo al convegno in corso a Civitella Alfedena, Comune del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e organizzato dal Ministero della Transizione ecologica in occasione del trentennale della legge quadro 394, quella con cui in Italia sono state istituite le Aree Protette.
Una “buona legge” per Ciofani, che ha anche annunciato la richiesta di Legambiente per l’istituzione di 52 nuove aree naturali protette nel Paese: 26 nuove nella Penisola e altre 26 tra Parchi nazionali e Aree marine protette. Richiesta per cui oggi in diverse regioni d’Italia, l’associazione terrà dei flash mob.
Un intervento in due parti quello di Ciofani: la prima in cui ha parlato del valore della 394, un secondo in cui ne ha analizzato invece i vulnus, quelli su cui, in sostanza, bisogna intervenire. La legge quadro ha fatto sì che oggi l’11% del territorio nazionale sia oggi sottoposto a tutela. Un numero di tutto rispetto se si considera che nel resto d’Europa la media è del 5%, ha sottolineato. Grazie alla 394, ha detto ancora il presidente Legambiente, “si è potuto creare un sistema diffuso su tutto il territorio nazionale per proteggere la biodiversità e proteggere lo sviluppo sostenibile, facendo emergere territori sconosciuti, come il Cilento e i Monti Sibillini, luoghi conosciuti solo per ragioni negative come l’Aspromonte per le vicende giudiziarie e l’Asinara per il Carcere, e invertito la tendenza al degrado e abbandono del territorio come le Cinque Terre e il Vesuvio”. Tanti i successi, ha quindi sottolineato parlando di protezione di flora e fauna, ma anche dei progetti di conservazione con quelli dei muretti a secco delle Cinque Terre, ma tante anche le criticità.

Tra queste, ha detto ancora Ciofani, il mancato aggiornamento della norma stessa, la cui riforma è stata interrotta nel 2019. Mancano poi, ha proseguito il presidente dell’associazione, modelli partecipativi e scarse sono le risorse tecnico-scientifiche con troppo disomogeneità nella distribuzione dei fondi tra i Parchi Nazionali e le altre aree protette.
Ripartire dunque dagli aspetti positivi della 394 è la strada da seguire per Ciofani che ha sottolineato il ruolo avuto da Legambiente perché si ottenessero i riconoscimenti delle aree protette.
“Ora – ha detto ancora – è importante continuare a percorrere questa strada che si è intrapresa, ricordando che la transizione ecologica passa anche da qui. Per questo sarà fondamentale coinvolgere i territori, a partire dalle aree interne, e le comunità locali. Non dimentichiamo che la rete dei Parchi ha garantito la tenuta fisica di tanta parte del nostro territorio, nella lotta alle frane e al dissesto idrogeologico, ma anche la tenuta sociale, quel livello cioè di coesione fatto di piccole comunità che continuano ad abitare e a rendere produttivi i luoghi più belli del nostro Paese”. La riforma della 394 è dunque la priorità anche alla luce delle tante difficoltà legate alle governance dei Parchi. Fondamentale quindi per Legambiente aggiornare la normativa che risente del tempo e delle nuove competenze che si vogliono affidare ai Parchi, per poter gestire al meglio i successi nel campo della conservazione della biodiversità, per promuovere l’agricoltura biologica e frenare il consumo di suolo e produrre beni e prodotti agricoli riducendo le emissioni in atmosfera e il consumo di risorse naturali.

Capitolo a parte quello delle Aree Marine, ha quindi concluso Ciofani, che ha subito un grave gap già nella formulazione originaria della legge, nonostante oggi il Paese abbia la più importante ed estesa rete di aree marine protette del Mediterraneo. Un percorso di modifica che dovrà passare inevitabilmente, ha concluso il presidente Legambiente, per partecipazione e dibattito pubblico con la terza Conferenza nazionale che Legambiente chiede ormai da anni di realizzare. in questo processo di aggiornamento della normativa sarà fondamentale garantire una partecipazione e un dibattito pubblico attraverso la terza Conferenza nazionale delle aree protette che chiediamo da anni di realizzare.

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