GEROSOLIMO, “PUNTARE SUL TURISMO PER FARE RIPARTIRE L’ABRUZZO, LA VALLE PELIGNA SEGUA IL MODELLO DELL’ALTO SANGRO”

A colloquio con Andrea Gerosolimo per uno sguardo a 360 gradi sull’Abruzzo per uscire dall’emergenza con un modello di sviluppo integrato e condiviso.
Si parla in questo momento solo di politiche di emergenza in Abruzzo non crede che sia arrivato il momento di proporre una progettualità a lunga gittata per la nostra regione?
Purtroppo da diversi anni la nostra regione si trova a gestire situazioni di emergenza molto gravi. I terremoti, gli incendi, le abbondanti nevicate, la tragedia di Rigopiano ed oggi la pandemia ci hanno profondamente segnato. È evidente come in una fase emergenziale sia molto difficile fare programmazione. Tuttavia credo sia assolutamente opportuno iniziare a pensare ad una visione del futuro perché prima o poi (speriamo prima possibile) si tornerà alla normalità e se non vogliamo farci trovare impreparati sarebbe il caso di iniziare da ora.
Su quali argomenti puntare?
L’Abruzzo come regione rappresenta un unicum non solo nel nostro paese ma anche rispetto al continente. Non è facile trovare una regione dove nello stesso giorno, con estrema facilità, si può godere di straordinari paesaggi a 1500 metri di altitudine e prendere il sole in spiaggia. Ed è per questo che la nostra appare sempre più essere una regione a vocazione turistica.
Il tema che sta a cuore a tutti gli abruzzesi è quello della sanità. Non crede che sia necessario rilanciare e potenziare i piccoli ospedali della nostra regione?
La sanità rappresenta il principale problema non solo della nostra regione ma dell’intero paese. La pandemia ha messo in luce tutta la fragilità del nostro sistema sanitario. Temo tuttavia che se non si procede ad una modifica del quadro normativo nazionale ci sarà ben poco da fare. Diventa quindi indispensabile e non più procrastinabile una modifica del c.d. Decreto Lorenzin.
Molte aree interne dell’Abruzzo si stanno spopolando anche perché ai giovani non si offrono opportunità. Lei che idea si è fatto? Quali strumenti per rilanciare il protagonismo degli under 30 abruzzesi?
Il tema delle aree interne che oggi rappresenta la debolezza del nostro sistema socio economico potrebbe invece diventarne il motore. L’allora Ministro Barca ebbe una straordinaria intuizione nel mettere in piedi la strategia nazionale per le aree interne (SNAI). Sarebbe sufficiente guardare a quella idea di sviluppo e finanziare quella che ad oggi rappresenta l’unica ancora di salvataggio di paesi che hanno fatto la cultura e la storia d’Italia.
La Valle Peligna e L’Alto Sangro unite per rilanciare il turismo religioso, culturale ed enogastronomico. Un sogno?
Oggi l’Alto Sangro è il cuore pulsante del turismo abruzzese, rappresenta un modello da seguire. Sulmona e la Valle Peligna dovrebbero muoversi immaginando un modello di sviluppo che guardi sempre più a quel turismo. Sarebbe importante far camminare insieme questi due territori attraverso un potenziamento delle infrastrutture di collegamento ed attraverso un modello di sviluppo che veda questo due territori complementari.
Una regione con tre parchi nazionali e con una posizione strategica con tre grandi aree metropolitane vicine Roma, Napoli e Bari deve necessariamente puntare su un nuovo sistema di trasporti su rotaia e gomme. E’ d’accordo?
A mio giudizio il collegamento Tirreno/Adriatico rappresenta l’ennesima occasione di rilancio e la direttrice Roma-Avezzano-Sulmona-Chieti-Pescara l’unica dorsale possibile anche dal punto di vista geografico. Lavoriamo tutti insieme affinché non prevalgano idee diverse.