“LA BOZZA DI RETE OSPEDALIERA E’ UN GRANDE BLUFF”, IL CENTRO SINISTRA ALL’ATTACO DELLA GIUNTA MARSILIO

“La bozza di Rete Ospedaliera e’ l’ennesimo bluff del Governo regionale di centrodestra, che in due anni di lavoro e’ riuscito a scrivere un documento che non decide, pieno di contraddizioni, che sembra fatto solo per essere bocciato dal Governo nazionale”. E’ quanto hanno questa mattina i consiglieri regionali di centrosinistra che questa mattina hanno tenuto sul tema una conferenza stampa, criticando fortemente il piano che l’esecutivo ha presentato al tavolo ministeriale. “Le promesse fatte in campagna elettorale non solo non vengono esaudite, ma si traducono in una lista di ipotesi e provvedimenti sospesi nel tempo, sganciati dalla realta’, scritti senza condivisione e cognizione nemmeno delle forze in campo – hanno denunciato i consiglieri dei gruppi Pd, Abruzzo in comune, Legnini Presidente e gruppo misto Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli, Pierpaolo Pietrucci, Americo Di Benedetto, Sandro Mariani, Marianna Scoccia -. Sono fermi ad una bozza inoltrata nell’ottobre del 2019, siamo a febbraio 2021 e la sanita’ viene governata senza alcun atto di programmazione approvato ma tutti scaduti. Non esiste alcuna indicazione sulle Unita’ Operative Complesse, sulle unita’ operative semplici e dipartimentali: la programmazione e’ demandata ai Direttori Generali delle singole Asl, che si sostituiscono all’esecutivo, essendo chiamati a fare scelte territoriali, senza una visione complessiva della programmazione sanitaria abruzzese. Vulnerabilita’ – hanno sottolineato – che determineranno la sicura bocciatura della rete della Regione da parte del Governo, con la conseguente paralisi della programmazione regionale e, soprattutto, la perdita delle premialita’ aggiuntive che invece sono state ottenute negli anni passati, cosa che non consentira’ all’intero sistema di avere abbastanza risorse per investire, specie in questo periodo”.
Entrando nel merito dell’ultimo piano di Rete Ospedaliera i consiglieri d’opposizione ricordano che “la Regione Abruzzo ha approvato con Decreto Commissariale n.79/2016 la riorganizzazione della rete ospedaliera in attuazione del Regolamento di cui al Decreto del Ministro della Salute 2 aprile 2015 n.70; cio’ all’esito della valutazione positiva riscontrata nella riunione congiunta dei Ministeri della Salute e delle Economie e Finanze tenutasi il 19 luglio 2016. Con la delibera n.824 del 25 ottobre 2018, l’esecutivo di centrosinistra ha poi dato seguito ad una parziale revisione della programmazione gia’ varata. Da allora a oggi la programmazione e’ rimasta ferma, con grave detrimento e danno dei passi gia’ compiuti e in itinere, sospesi da tre anni, ormai. Un salto indietro – cosi’ lo hanno definito – che penalizza i territori. La bozza della nuova rete nasce per non concretizzarsi, perche’ manca di coraggio e razionalita’ e non riuscendo a portare avanti la programmazione fatta dal centrosinistra, la cancella, tornando a una impostazione superata da oltre 15 anni e dai nuovi provvedimenti legislativi. Cosi’, il piano rinuncia alle connessioni funzionali tra L’Aquila e Teramo e Chieti e Pescara, addirittura legittima il declassamento di quegli ospedali facendo venire meno i presupposti per la creazione di due Dea di II livello con uno spezzatino di scelte improvvisate. E il declassamento dei 4 presidi provinciali si riverbera ovviamente anche su quelli che erano considerati Ospedali Dea di I livello”. I consiglieri regionali di centrosinistra hanno quindi parlato delle criticita’ che riguardano i singoli presidi ospedalieri a cominciare da quello di Vasto e “la questione annosa dell’emodinamica che non trova alcuna risposta – hanno detto -: e’ ridicolo pensare a una emodinamica diagnostica rispetto alle roboanti promosse fatte in quella comunita’. La bozza quindi mette una pietra tombale sul cavallo di battaglia sanitario della destra a Vasto, nel frattempo il presidio e’ in difficolta’ per mancanza di operatori”. Quindi Atessa che “viene confermato ospedale di area disagiata per la particolare posizione e utenza” e per il quale “non vengono evidenziati investimenti, tempi e modi e nel frattempo in questi mesi ha subito chiusure imponenti”.
“Ortona – hanno quindi aggiunto – e’ stato identificato come un’articolazione organizzativa e funzionale del presidio ospedaliero SS. Annunziata di Chieti, al contrario di quanto annunciato circa l’autonomia del presidio; inoltre sono stati depotenziati servizi e personale, con appena 4 anestesisti, una latitanza che sta generando il tracollo della struttura, prima dell’annunciato rilancio. Guardiagrele si prevede come stabilimento ospedaliero di Chieti. La stessa proposta non viene riservata a Pescina; Tagliacozzo, Casoli e Giss i”, hanno denunciato sottolineando che “tutti e 5 i Presidi furono riconvertiti nel 2010 dalla destra. Ma il bluff e’ che nel mentre si lascia per due anni la proposta per fini elettorali nel frattempo la struttura e’ stata depotenziata”. C’e’ poi la questione legata all’ospedale di Sulmona per il quale, hanno detto ancora gli esponenti d’opposizione, il Governo regionale attuale “non ha creato i presupposti per una guardia attiva anestesiologica, per una guardia attiva pediatrica e per le reti del Sistema di trasporto materno assistito (Stam) e del sistema in emergenza del neonato (Sten), rende vano qualsiasi proposito di ristabilire il punto nascita che resta solo una indicazione sulla carta da sbandierare ai quattro venti e su cui fare propaganda, non essendo riusciti a garantire i presupposti per sostenere la promessa di farlo restare, potenziando organici e servizi e attivando le unita’ operative per arrivarci. La Regione, invece, non ha fatto nulla per raggiungere l’obiettivo promesso e scrive appena 6 righe di argomentazioni per il tema Dea di primo livello dimostrando nero su bianco di non crederci e di aver solo voluto strumentalizzare il territorio. Ultima critica sollevata quella riguardante i presidi ospedalieri di Penne e Popoli ai quali e’ stato riservato “un duro schiaffo: nessuna previsione ulteriore rispetto alla proroga ottenuta solo con la legge sisma e che scadra’ nel mese di Aprile 2021 quando Popoli e Penne non avranno quindi alcuna copertura piu’ normativa. Nessuna previsione sul ritorno a Popoli dei posti letto per la riabilitazione, che doveva avvenire a giugno 2020”. Infine gli investimenti di edilizia le cui risorse, 500 milioni, hanno concluso, sono “ferme per L’Aquila, Teramo, Avezzano, Sulmona, Vasto e Lanciano”, senza considerare gli investimenti per Chieti che sono stati “cancellati”.