Dalla Regione

L’ABRUZZO TRATTATO COME UNA REGIONE CANAGLIA, IL RAMMARICO DI MARSILIO

”Hanno trattato l’Abruzzo come una Regione canaglia, che agisce in spregio delle regole e persino della vita. Ma se è per questo, io avevo istituito la zona rossa in anticipo”. Lo dice, intervistato da La Verità, Marco Marsilio, presidente della Regione Abruzzo. ”Rivendico – sottolinea – il buon senso. E la facoltà di inasprire le misure quando la situazione peggiora e di allentarle quando migliora. Senza certi irrigidimenti burocratici”. E sul sistema delle zone colorate osserva: ”Oddio, le Regioni avevano un’altra idea”. ”Nella prima fase, il lockdown nazionale è servito a tamponare i ritardi nelle misure di contenimento nelle aree più colpite. Ma – riferisce – da aprile, abbiamo avuto aree d’Italia a contagio zero. A quel punto, era diventato difficile giustificare le chiusure”. ”Ora – spiega Marsilio – il contagio è uniforme. Forse avrebbe avuto senso tirare il freno a novembre, mettendo in sicurezza tutto il Paese, per poi riaprire a dicembre, lasciando liberi gli italiani a Natale e facendo ripartire il turismo invernale”. Sul braccio di ferro con il governo ricorda invece: ”Si comportano come se le Regioni fossero abbastanza intelligenti da capire i pericoli, ma troppo stupide per decidere se la situazione è migliorata. È un criterio senza fondamenti costituzionali”. Marsilio definisce poi un’esibizione muscolare l’impugnazione della sua ordinanza da parte dei ministri Boccia e Speranza: ”Un’esibizione muscolare. Il messaggio era questo: Marco, se te la facciamo passare liscia, ognuno farà quello che vuole. Il punto è che hanno la fisima della permanenza in una certa fascia per 21 giorni”. Il Governatore parla poi della questione posti letto che ha messo in difficoltà la Regione. ”Si – dichiara – siamo sopra la soglia di sicurezza, ma certe Regioni, che nel frattempo sono passate al giallo, hanno dieci o venti punti percentuali in più di saturazione negli ospedali”. Sulla situazione in generale afferma invece: ”Migliora rapidamente. S’è più che dimezzato il numero dei contagiati, è quadruplicato quello dei guariti, sono calati i ricoveri. Perciò dico che la regola dei 21 giorni è solo una fissazione burocratica. Serve più duttilità: bastava che il ministro prendesse atto dei numeri”.

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