WWF E PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO PER MONITORARE IL LUPO

Il WWF contribuira’ alla raccolta dati anche tramite il monitoraggio di aree di recente ricolonizzazione del lupo, non coperte dal piano nazionale, grazie ai numerosi volontari che, pur avendo dato la propria disponibilita’, non sono stati coinvolti in questa prima fase. Era il 1970 quando, insieme al Parco Nazionale d’Abruzzo, il WWF Italia lancio’ l’Operazione San Francesco, per salvare il lupo da un’estinzione quasi certa (in quegli anni i lupi presenti in Italia erano circa un centinaio). All’epoca era fondamentale, oltre che proteggere i pochi lupi rimasti, ricostruire l’immagine di questa specie, inquinata da favole e leggende, per favorirne l’accettazione sociale e la coesistenza con le attivita’ umane. Dagli anni ’70 ad oggi lo status di conservazione del lupo e’ molto migliorato, ma e’ fondamentale non abbassare la guardia. “Per questo il WWF Italia e’ ancora in prima linea per la conservazione di questa specie iconica, consapevole che la conoscenza della consistenza numerica e della distribuzione della popolazione e’ la fondamentale base conoscitiva, ma da solo non basta a contrastare le minacce, mitigare i conflitti con l’attivita’ zootecnica, favorire la coesistenza tra lupo e uomo, ed aumentare l’accettazione sociale di questa presenza da parte dell’opinione pubblica, in particolare nelle aree di recente colonizzazione”, dichiara Marco Galaverni, direttore scientifico del WWF Italia. “Ricordiamo poi che lo strumento fondamentale rappresentato dal Piano di Conservazione del Lupo in Italia e’ ancora fermo al palo in conferenza Stato-Regioni: e’ ora che l’Italia si doti rapidamente di questo strumento, sgombrando il campo da ogni ipotesi di abbattimenti sistematici, ma mettendo in campo tutte le azioni davvero utili a gestire al meglio la coesistenza uomo-lupo”.